Mi è successa questa cosa: domenica mattina ho fatto il mio classico giro in bici (in fondo all’articolo trovare il percorso che ho fatto), ma ho commesso un errore. Sono uscito dal territorio del Comune di Forlì. E, come sapete, dalla mezzanotte di sabato 14 novembre, con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm Covid, non si può uscire dal proprio Comune.
Non ho prestato particolare attenzione, nella mia testa davo per scontato che partisse dalla mezzanotte di domenica, con tutti questi Dpcm (complice la voglia di uscire in bici) ho confuso le date.
Errore in buonafede (tanto è vero che ho pubblicato il mio percorso Strava, il social per chi gira in bici), ma ho sbagliato comunque a non informarmi con precisione.
Quando qualcuno me lo ha fatto notare (mi ha scritto direttamente su Strava), invece di dire: “ho sbagliato!” ci sono anche rimasto male, e ho risposto in maniera secca (e anche un po’ sbrigativa), una roba tipo: “che cavolo vuoi Willy”… vi ricordate il telefilm?
Poi ci ho pensato, con più calma senza fretta, e ho capito l’errore. Non tanto il fatto di uscire dal Comune (sì anche quello è stato un errore), ma non aver ascoltato con attenzione chi mi diceva “Ehi, attento, hai sbagliato!”. Ecco perché l’importanza di ascoltare, con attenzione, e poi parlare.
Perché vi ho raccontato tutto questo?
Su queste pagine del mio blog, racconto dei successi (ovvero delle cose ‘che succedono’), ma quando capita, bisogna anche comunicare i propri errori, altrimenti non si è credibili!
È una questione di onestà intellettuale e rispetto nei confronti dell’altro, in questo caso ogni cittadino.
Questo significa ‘alzare l’asticella’.
Avere il coraggio di dire “ho sbagliato” e dall’errore ripartire per fare meglio la prossima volta. D’altronde, come dico sempre, è la Verità (inteso come l’essere veri) che muove il mondo, non la perfezione.
Alla prossima!
P.s. E grazie all’avvocato Marco Brasini (e mi scuso per la risposta ‘ruvida’) per avermi fatto notare il mio errore! Ad majora!