Musica e Cultura a Forlì
C’è tutto nel gesto del Maestro che mostra l’accordatore alla giovane collega orchestrale. C’è l’anziano che insegna alla giovane. Sorridendo. Perché si sorride sempre quando ci si accorge che gli anni hanno lasciato tanto di più oltre alle rughe. L’esperienza, per esempio. Un talento affinato, anche. Se guardate bene la foto il Maestro Valli oltre a mostrare l’accordatore sembra porga lo strumento musicale. Come a dirle: “Ecco, questa è la nota, adesso fai tu, ti ascolto”. Lo immagino, dato che non ero lì e non sono musicista, diversamente da loro. Immagino anche che si stiano parlando in un linguaggio, quello musicale, comprensibile solo a loro. Infatti c’è una bella complicità e, guardando ancora meglio, anche lei sorride.
Questa foto mi ha colpito perché dice di un passaggio tra generazioni, della generosità tra colleghi. Dice della musica e come si fa cultura.
Dice una vita che, per via della passione per la musica, è stata lieta, piena, interessante. Questo fa la musica: rende la vita lieta, piena, interessante. Questo fa la cultura: perché quanto più si conosce la realtà, tanto più si mettono in rapporto le cose e le vicende; e mettendo in rapporto tutto, allora tutto è più interessante. Allora si colgono gli aspetti migliori che altrimenti passerebbero inosservati, i particolari. Così la cultura aiuta a vivere. Anzi, a essere vivi! Non si vede dalla foto? Non è evidente che il Maestro Vincenzo Valli vive così?
Un sociologo ha affermato che i giovani non ascoltano la musica ma la ‘abitano’ perché offre “un riparo rispetto al mondo, alla società che è e resta terra straniera”. Io, più che riparo, preferisco definire quest’arte una vera casa, intendendola una casa abitata, che non la si usa certo appena come riparo dal freddo d’inverno e dal caldo d’estate, ma come luogo di socialità, dove ci si relaziona senza paura tra familiari, si sperimenta – appunto – la generosità, la reciprocità, il sacrificio (e ne occorre tanto per imparare uno strumento).
Il mio invito è di appassionarsi a uno strumento e ‘abitarlo’. E’ il regalo più grande che potete fare a voi stessi e a questa Città. La foto del Maestro e della giovane orchestrale lo documenta.
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