Eravamo sold out con le visite guidate ai nostri musei. Ma l’ultimo Dpcm chiude nuovamente i luoghi della cultura.
E dire che con le aperture straordinarie avevamo già il tutto esaurito nelle visite guidate, fino a marzo. Avevamo organizzato visite al complesso museale del San Domenico, ai Mosaici del Volo, a Palazzo Romagnoli, alle Collezioni civiche nel Palazzo del Merenda.
Tutto chiuso. Sono molto amareggiato anche per gli investimenti fatti, le risorse impiegate, gli accordi presi per pubblicizzare il più possibile l’iniziativa dato che era pensata come un regalo per la cittadinanza. “Gli accessi ai musei sono consentiti, ve li offriamo, anche le visite guidate, venite, è gratuito, è per darvi un po’ di Bellezza”, dicevamo. Viene da aggiungere che programmare è impossibile se lo sguardo è sui 14 giorni seguenti. Che forse non vale la pena, che conviene stare fermi e pazienza se quando ci riaprono siamo impreparati. Forse è così e forse, invece, no. Per noi non lo è.
Tant’è che riproporremo gli accessi gratis alle nostre Collezioni civiche.
Vale sempre la pena rischiare. Oltretutto è un momento, per assurdo, propizio: ci stiamo accorgendo cos’è essenziale per noi. Ancora una volta i dati ci sorprendono. Le visite guidate sold out dicono ci dicono che c’è una cittadinanza attiva, che non solo ha resistito ma è addirittura carica di entusiasmo, un anno dopo l’inizio della crisi. Una cittadinanza che vuole guardare un po’ più, e lo fa attraverso arte. L’arte a che livello si colloca nella scala dell’indispensabile? In alto per parecchi.
Va anche detto che siamo in Italia dove l’arte l’abbiamo a portata di mano, di occhi, di gambe. E’ difficile per noi – a differenza di altri popoli – accontentarci di guardarla senza avvicinarci, da uno schermo, su Google. Abitiamo tutti vicino a un borgo medioevale, camminiamo almeno sotto un portico affrescato e se non stiamo attenti ci appoggiamo a colonne antiche. Siamo l’unico popolo che alle mostre si avvicina a dieci centimetri dall’opera per guardare il quadro, contro ogni regola. Ma quella è la distanza abituale, per noi.
Non perdiamola questa distanza così ravvicinata, questa abitudine di guardare da vicino e dal vivo qualunque opera ci si presenti. Noi ve la riproporremo gratis, appena potremo.