“Civilization”: a Forlì l’unica tappa italiana della grande mostra

Civilization

Dopo Seoul, Pechino, Auckland, Melbourne e Marsiglia, la grande mostra “Civilization – Vivere, sopravvivere, buon vivere” arriva a Forlì nella sua unica tappa italiana.

In una versione più aggiornata e completa rispetto alle precedenti, l’esposizione con più di 300 fotografie riempirà gli spazi del Museo San Domenico fino a gennaio, arricchendo il programma del “Festival del Buon Vivere a Forlì – In Relazione”.

Con artisti ed artiste di fama internazionale, l’approdo della mostra nella nostra città conferma il suo importante ruolo nel panorama culturale nazionale che continuiamo a costruire in sinergia con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

“Civilization” è inoltre co-prodotta dalla Foundation for the Exhibition of Photography (Minneapolis/ New York/ Parigi/ Losanna) e dal National Museum of Modern and Contemporary Art of Korea di Seoul, due importantissime realtà di livello mondiale nel mondo dell’arte contemporanea.

Il valore del respiro internazionale che eventi unici come questo possono dare alla città è inestimabile e fondamentale nella costruzione del nuovo ruolo culturale che stiamo dando a Forlì.

L’arte come strumento per capire la complessità del mondo

Per vivere appieno un periodo storico difficile come il nostro è necessario comprenderlo, in tutte le sue sfaccettature.

Per farlo sono necessari strumenti adeguati, capaci di parlare in modo chiaro, diretto, trasversale e comprensibile al grande pubblico.

La fotografia fa proprio questo: crea un racconto attraverso le immagini, rendendolo fruibile e semplificando temi anche complessi.

E “Civilization” tratta un argomento importante, la civiltà del XXI secolo intesa come grande impresa collettiva, e lo fa in modo coraggioso, volendone svelare non solo innovazioni, scoperte e passi avanti ma anche rischi, minacce e risvolti drammatici.

L’arte ci aiuta in questo spinoso processo, mostrandoci realtà dolorose in modo affascinante e coinvolgente, senza però risparmiarci la cruda verità.

Le 300 immagini di oltre 130 artisti ed artiste presenti nelle sale del San Domenico promuovono riflessioni su temi imprescindibili dell’epoca contemporanea, portatrice di aspetti positivi ma anche negativi.

Come hanno spiegato i responsabili del coordinamento dell’edizione forlivese Walter Guadagnini, Monica Fantini e Fabio Lazzari: “Il tema implicito di ‘Civilization’ è quello delle relazioni tra esseri umani e delle conseguenze inevitabili che ogni scelta individuale e collettiva è destinata ad avere in un contesto in cui gli individui vivono in modo sempre più interdipendente e interconnesso.”

Questa importante mostra è a curata da William A. Ewing e Holly Roussell con Justine Chapalay, in collaborazione con Walter Guadagnini, Monica Fantini e Fabio Lazzari per l’edizione italiana.

L’importanza dei contenuti di “Civilization”

Le otto sezioni dell’importante mostra sono dedicate ad altrettanti temi che restituiscono al pubblico una panoramica esaustiva e trasversale della contemporaneità.

L’edizione forlivese è inoltre arricchita da un focus che completa ancora di più l’analisi sul presente, attraverso i migliori nomi della fotografia contemporanea nazionale e non solo.

Accanto a esponenti cardine della fotografia internazionale come Edward Burtynsky, Candida Höfer, Richard Mosse, Alec Soth, Larry Sultan, Thomas Struth, Penelope Umbrico, saranno presenti anche scatti di autori quali come Olivo Barbieri, Michele Borzoni, Gabriele Galimberti, Walter Niedermayr, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali, Luca Zanier, Francesco Zizola.

“Alveare/Hive” esplora le reti urbane che danno forma alle città moderne in continuo cambiamento mentre “Soli insieme/Alone together” racconta le persone e le loro relazioni sempre più influenzate dalla crescente digitalizzazione.

“Flusso/Flow” svela i movimenti visibili ed invisibili di merci, persone ed idee, “Persuasione/Persuasion” indaga le dinamiche del processo d’influenza del pensiero, religioso, politico o pubblicitario.

“Controllo/Control” sottolinea l’impatto dell’autorità e della volontà di ordinare il nostro futuro mentre al contrario “Rottura/Rupture” interroga la disgregazione sociale declinata come conflitto tra gli individui.

“Fuga/Escape” svela i paradossi dell’industria del divertimento descrivendo il tempo libero mentre “E poi/Next” immagina la forma futura del nostro mondo, in perenne evoluzione.

Una sezione inedita è dedicata ai due grandi avvenimenti che maggiormente hanno segnato l’ultimo periodo: la pandemia e la guerra in Ucraina.

Mostre di questo tipo arricchiscono Forlì in maniera straordinaria, declinando la cultura e l’arte come strumenti imprescindibili per vivere il presente in modo consapevole e responsabile.

#Forlìcultura

 

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