Il Miglio Bianco: una varietà artistica unica al mondo

Miglio Bianco

Il Miglio Bianco rappresenta un unicum nel panorama urbanistico mondiale e per questo stiamo ipotizzando, dopo che sarà finita la ristrutturazione dell’intero Viale, di candidarlo a Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

In un chilometro o poco più, è infatti racchiusa una ricchissima varietà di stili architettonici ed artistici impossibile da trovare in altre città.

Per semplificare si usa dire in città “Quartiere Razionalista”, ma non è quello il valore.

Il vero valore è che quel chilometro (il cosiddetto Miglio Bianco) è una specie di catalogo di tutti gli stili architettonici del ventennio o poco più.

Per vedere una completezza simile, per esempio, a Roma, bisognerebbe fare più o meno 50 chilometri e percorrerla in lungo e in largo, saltando da un quartiere e all’altro (dall’Eur al Foro Italico, dalla Città Universitaria al Palazzo Piacentini).

A Forlì, stili diversi si affacciano l’uno a fianco all’altro in poche centinaia di metri, creando una commistione e una stratificazione che rende Forlì unica al mondo.

Il tratto di strada che va dalla Stazione Ferroviaria fino al Parco della Resistenza è un elemento centrale nella creazione del nuovo ruolo culturale che stiamo costruendo per Forlì.

Il dibattito sul Miglio Bianco

Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un fiorire di pareri di studiosi sull’ipotesi di candidare il nostro bellissimo Miglio Bianco a Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

È bellissimo vedere come tanti esperti del settore suggeriscano idee, commentino e inizino a discutere su un tema che per tanti anni era rimasto nel silenzio.

Come annotano giustamente gli studiosi, il Miglio Bianco forlivese non è solo un quartiere razionalista, ma un vero e proprio catalogo a cielo aperto delle opere costruite durante il ventennio.

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno deciso di esporsi su un tema così importante per la città, in primis l’onorevole Di Maio, il professor Tremonti e il professor Guzzi.

Il mondo della cultura a Forlì sta cambiando per davvero ed eventi del genere lo dimostrano.

Ed è anche merito di questa amministrazione che ha riposto attenzione e fiducia su quella che Vittorio Sgarbi ha definito “l’ultima architettura italiana che ha lasciato il segno nel mondo” durante il suo spettacolo proprio qui a Forlì, in Arena San Domenico.

Il compito della cultura, infatti, è anche questo: riportare alla luce tematiche di rilievo, accendere un dibattito su di esse e creare una coscienza e una consapevolezza sugli elementi identitari di una città, in modo partecipato, sentito e ragionato.

Valorizzare e non rinnegare quello che abbiamo

A tal proposito, ricordo un episodio cui assistetti personalmente, per caso.

Qualche anno mi trovavo in Piazzale della Vittoria e camminando volli seguire una visita guidata con un nutrito gruppo di turisti che era in atto in quel momento.

Ricordo che una turista voltandosi verso la statua di Icaro, chiese alla guida:

“E quello che monumento è? Cosa rappresenta?”

La guida, perentoria, rispose:

“Quella è la vergogna di Forlì, si volti dall’altra parte e guardi di qua!”

Nessuno mette in discussione che il contesto storico di riferimento vada sempre giudicato: è cosa nota che qualunque “potere” faccia politica anche attraverso uno stile architettonico.

Di ceto, però, la basilica di San Pietro a Roma o i Musei Vaticani non valgono di meno solo perché ne iniziò la costruzione Giulio II, il cosiddetto “Papa terribile”.

Anche il Barocco rappresentava una politica spesso feroce e ingiusta, tesa verso un assolutismo che voleva esprimere il proprio potere con tutto il fasto possibile.

Non per questo, però, l’architettura Barocca è da scartare!

Quello che dobbiamo fare è costruire progetti per valorizzare l’arte e architettura volgarmente chiamata “fascista”, per troppo tempo non valorizzata e posta in secondo piano perché associata al regime sotto cui è fiorita.

E lo stiamo facendo.

I Lavori Pubblici stanno svolgendo un lavoro ottimo nel ridare la luce a questa importante porzione della città, attraverso il rinnovamento dei lampioni, della pista ciclabile e della nuova pavimentazione, dei giardini pubblici, del Monumento ai Caduti e dell’Auditorium, per il quale presto vi sveleremo grandi novità.

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