Gli auguri da spedire: il messaggio che resta

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L’ultima tendenza sul Natale arriva dall’America e – come tutte le cose nuove, appena arrivate, e pure dall’America – ha dell’incredibile.

La Stampa la titola così: “I Millennials tornano a spedire le cartoline: a trent’anni riscoprono il piacere del messaggio che resta”. Insomma basta wathsapp, finite le mail spammate a tutti, per non parlare degli sms già defunti da tempo. Questa dei bigliettini scritti a mano, imbustati e perfino spediti, fa il paio con l’altra bellissima usanza ritrovata, quella dei 33 giri in vinile, con il fruscìo inimitabile della puntina, alla faccia di Spotify.

Insomma i nati attorno al 2000 fanno esattamente le stesse cose che facevo io. Scrivono i biglietti di auguri e ascoltano musica dal giradischi. Sembrava che le nuove generazioni fossero sempre più nuove, e poi ci si ritrova in questi due gesti. Nel gusto di ritrovare una certa lentezza.

Sì perché serve tempo per togliere il vinile dalla sua confezione, ogni volta, pulirlo con il velluto, posarlo sul giradischi e – con tutta la delicatezza di questo mondo – appoggiare la puntina sul primo solco.

Serve tempo per scegliere un bigliettino di auguri, scriverlo, imbustarlo, andare a comprare il francobollo, imbucarlo. Aggiungiamoci anche il tempo di attendere la risposta.
A questo punto se anche voi state pensando a un vinile come regalo l’unica avvertenza è di assicurarvi che il fortunato o la fortunata abbia il giradischi.

Se invece vi stanno prudendo le mani dal desiderio di scrivere un biglietto allora il consiglio è quello di sbrigarvi: andate subito a comprare i francobolli perché, per via della scarsa richiesta, i tabaccai ne tengono pochi e finiscono subito. Vedrete che vi toccherà girare un po’ per racimolarne una quantità sufficiente. Vale la pena: un dono che resta per sempre. Che è poi il senso del Natale.

L’ultima tendenza sul Natale arriva dall’America… ma è più universale che mai. Auguri!

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