Cara Cultura, come si può vivere senza un calendario? Si rischia l’apatia e noi vogliamo vivere. Tutto.

Valerio Melandri, Assessore a cultura e Università - Cara Cultura come si può vivere senza un calendario?

Cara Cultura,

ho un pensiero che mi preme da mesi, e oggi, quasi alla fine di quest’anno, ho deciso di confidartelo.

Ricordo quando, grazie a te, le persone potevano socializzare.

Le facevi sedere una accanto all’altra in un teatro.

Le facevi cantare all’unisono a un concerto.

Le facevi incontrare durante una visita a un museo.

Eri considerata il motore di questo Paese, perché grazie a te si può uscire dagli ordinari schemi quotidiani. Con te, Cultura, si vivono emozioni.

Cara Cultura, mi dispiace che questo Governo non ti abbia riservato il posto che meriti nel calendario dei suoi programmi. Sei stata trascurata, tu come gli operatori che con te, e di te, lavorano e vivono. Siete stati lasciati indietro, menzionati talvolta nei discorsi del Governo, senza che nulla fosse realizzato nel concreto.

Eppure eri considerata il cavallo di razza che traina i passeggeri di una carrozza. Ora sei stata relegata in una stalla.

Tu, Cultura, che offri luoghi adeguati e ampi spazi in cui tutti possono rispettare le norme di sicurezza. Il tuo pubblico è attento e coscienzioso, parte attiva di queste norme.

Serve un calendario.

Avere un calendario significa avere scadenze prima della ripartenza, dare modo a chi lavora di organizzarsi. Far sapere al tuo pubblico quando potrà tornare ad emozionarsi.

Come si può vivere senza un calendario?

Ma se il calendario della cultura non arriva da Roma, la responsabilità grava sugli Enti locali, soprattutto sul Comune. È infatti il Comune il referente dei promotori, produttore, di chi, insomma, diffonde te, Cultura, sul territorio, dalle grandi alle piccole associazioni. Ma il Comune non detta il calendario vaccinale, non detta il colore delle zone. Perciò è un agente importante ma non l’unico.

Cara Cultura, insistiamo. Chiediamo al Governo un calendario della ripresa delle attività culturali. Chiediamo una campagna culturale che vada di pari passo con la campagna vaccinale. Chiediamo un impegno economico e progettuale.

Sennò si muore di apatia. E l’apatia genera ignoranza.

Buon 2021 cara Cultura, con l’augurio di restare vivi, vivi davvero.

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