Lettera appello al Presidente Agis Carlo Fontana

 

Egregio Presidente Agis Carlo Fontana, alla Cultura per ripartire serve un calendario

Le scrivo per rappresentarle l’urgenza di tanti Comuni come quello di cui sono Assessore alla Cultura – e anche di quelli più grandi o più piccoli – scossi dal fatto che da mesi e mesi nessuno abbia a cuore il nostro destino.

Come lei sa i teatri e i musei sono stati i primi a chiudere, con il Dpcm del 25 ottobre. Stagioni autunnali rimandate all’autunno successivo; stagioni invernali rimandate all’inverno successivo: una stagione autunnale o invernale non la si rimanda alla primavera o all’estate. Il calendario conta 365 giorni, tutto non ci sta.

Proprio sul calendario verte questo mio appello. La Cultura non riparte se slegata da ogni piano nazionale. Serve un calendario nazionale. Gli Enti Locali fanno tutto quello che possono, secondo il coraggio e le possibilità dei propri Amministratori, ma non basta.

Ci tengo a dirle la mia esperienza qui a Forlì dove da luglio a settembre 2020 abbiamo voluto e attuato un calendario (appunto!) di oltre sessanta serate nella Rassegna Estiva cittadina. Realizzata in una corte mai usata dei nostri Musei San Domenico, coinvolgendo sia l’associazionismo locale sia le grandi istituzioni come Emilia Romagna Festival, ridando respiro alle realtà culturali cittadine ed espressione ai grandi Maestri come Olmi, Mercelli, Danilo Rossi. La sua genesi è avvenuta a maggio 2020, quando – in una situazione di Covid e blocco generale – ipotizzammo lo spiraglio per l’estate in arrivo. Cercammo e trovammo un nuovo spazio all’aperto, dove investire risorse importanti anche pensando al lungo termine. Soldi spesi bene: sono stati ossigeno per le realtà culturali alla canna del gas – come si dice da noi – e per la città che ha avuto una proposta culturale di livello. E che continuerà ad averla anche in questo nuovo anno. La nuova Arena è un teatro all’aperto pronto per essere riempito.

Cos’è successo poi? La cultura è stata definitivamente chiusa.

Ruggero Sintoni e Claudio Casadio – che gestiscono il Teatro comunale Diego Fabbri – con Accademia Perduta/Romagna Teatri hanno fatto appena in tempo a realizzare la biennale di teatro contemporaneo Colpi di scena prima che  calasse il silenzio. In quella occasione il Teatro Ragazzi aveva riportato in platea le prime scolaresche dopo il lockdown: furono anche le ultime dato che tutto venne subito richiuso. (A mio avviso una chiusura ingiusta e incomprensibile: i teatri come i musei, sono fruiti da un pubblico responsabile, parte attiva del livello di sicurezza che garantiscono). 

Si capisce quanto un calendario nazionale sia indispensabile? Non sono gli Enti Locali a decidere il colore delle zone che amministrano, i tempi di chiusura e apertura. Noi possiamo aprire Arene estive, sostenere biennali di teatro contemporaneo, permettere ai bambini di tornare a teatro. Ma la tempistica in un’ottica di prospettiva, che vada di pari passo, per esempio, con il piano delle vaccinazioni, può arrivare solo dal Governo. 

Si sta attendendo troppo e chi vive di questo non può più aspettare: è doveroso stilare un calendario con scadenze, da richiamare ogni qualvolta sia emesso un nuovo Dpcm. Un calendario che definisca le aperture: che potranno essere anticipate o rimandate, come si fa con ogni calendario. Come si può vivere senza un calendario?

Presidente Agis Carlo Fontana, Le chiedo di farsi portavoce di questo appello, di farsi sentire in nome della carica che ricopre.

L’intero settore potrà così riorganizzarsi, i produttori potranno tornare a progettare, i lavoratori potranno ricevere offerte certe. E i lavoratori, Presidente, lei lo sa, sono molti. Lo ha scritto anche Sandro Veronesi quando ha indirizzato la Lettera degli artisti al Papa: ‘(…) E questi sono tanti, caro Francesco – migliaia, e non hanno la minima idea di quando potranno tornare a lavorare. Tribolano, e più sono invisibili più tribolano (…)’. Questo perché in tempi duri come quello attuale chi lavora nella Cultura è lasciato ai margini. Considerato un fardello gravoso di cui liberarsi: non è così per noi.

La Cultura – il teatro, la visita al Museo, l’ascolto della musica dal vivo – è un’esperienza. capace di tener desto il desiderio di bellezza che abbiamo. Impedendo ciò si interrompe la crescita culturale che, invece, è sempre possibile: a ogni età e condizione, per i bambini, gli adulti, gli anziani.

Lo abbiamo visto: il rischio è quello di morire per apatia; l’apatia genera ignoranza e questo davvero non ce lo meritiamo.

Con stima e fiducia,

Valerio Melandri

Assessore alla Cultura

Forlì, 11 gennaio 2021

 

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