La Giunta su Museo Archeologico, Palazzo Gaddi, San Mercuriale, Viale della Stazione, Palazzo del Merenda
E’ una replica, questa. Dai toni moderati – ma decisa – alla lettera pubblicata nei giorni scorsi sul Carlino. La lettera accusava la Giunta, e l’autore (l’autrice?) scriveva, tra le altre cose:
“La giunta ha una vera passione per gli edifici di culto cattolici. La chiesa, foraggiata dallo stato italiano (8 per mille), potrebbe restaurare a sue spese chiese, oratori e campanili. Tuttavia, la giunta forlivese ha deciso, per il bene di tutti, di versare centinaia di migliaia di euro per far bello il campanile di San Mercuriale. Eppure, un palazzo storico comunale, un palazzo di tutti i cittadini, cioè Palazzo Gaddi versa in condizioni molto gravi, è chiuso, il suo prezioso contenuto museale è inavvicinabile. Visto che questa giunta nutre un amore profondo verso la chiesa cattolica, perché non chiede al vescovo un contributo in denaro per recuperare Palazzo Gaddi alla comunità?” e avanti così.
Perciò ecco la risposta, pubblicata dallo stesso giornale con il titolo
Cultura e musei: ecco cosa fa questa Giunta
“Caro Direttore,
Metterci la faccia sarebbe il primo passo per un dialogo sereno e costruttivo. Ma rispondo ugualmente alla ‘lettera firmata’ di un cittadino (o cittadina, chi lo sa) che invito a venirmi a trovare. La mia porta è sempre aperta!
Iniziamo dalla fine:
Museo Archeologico
1- come ho ripetuto più e più volte il Museo Archeologico si farà. E’ già previsto e concordato che si faccia (anche con la soprintendenza) presso il San Domenico nell’ambito del 4° stralcio. Per 20 anni è stato chiuso, noi lo riapriremo dandogli un posto di pregio nella nuova ala del San Domenico.
Palazzo Gaddi
2- Abbiamo messo mano al Palazzo Gaddi (che non sta affatto crollando!). Sposteremo nell’estate il Museo del Risorgimento in una sede più consona, e allargheremo gli spazi del istituto Musicale Masini proprio in Palazzo Gaddi.
San Mercuriale
3- Ristrutturare per permettere (in sicurezza) la salita al campanile di San Mercuriale, non ha nulla a che fare con” la fede religiosa”. Si tratta della torre più bella e caratteristica della città, di grande valore anche per incrementare il turismo (laico!), e l’intervento oltre che finanziato per grandissima parte dalla diocesi e dalla Fondazione Cassa dei Risparmi, è fatto in parte con oneri che è previsto (per legge dello stato), vengano erogati per il ripristino e restauro dei beni culturali religiosi. Si può essere, a buon diritto, atei e non credenti, ma non riconoscere che una buona parte del patrimonio artistico e culturale è di origine religiosa, e che quindi non andrebbero restaurati, è solo miope.
Viale della Stazione
4 – Abbiamo messo mano al restauro di Viale della Stazione, dopo 25 anni di decadimento, non per celebrare il Dittatore Mussolini (ci mancherebbe!), ma per valorizzare uno dei quartieri più belli di Forlì dimenticato, quasi fosse una “damnatio memoria”. Mi chiedo: è possibile in questa città, come in tutto il mondo, valorizzare le opere costruite durante il ventennio, o sempre e comunque non vanno valorizzate, anche se si tratta di capolavori?!
Palazzo del Merenda
5 – Come è noto il Palazzo del Merenda versava in condizioni pietose. Ci siamo messi all’opera e sarà un lungo restauro. Pensavamo pioggia ma non grandine. Ad esempio ci siamo accorti che la biblioteca e la pinacoteca non avevano nemmeno il Certificato Prevenzioni Incendi (penso uno dei pochi casi in Italia in cui una biblioteca non aveva nemmeno questo certificato). In altre parole, nel luogo dove era fino a pochi anni fa custodita la Ebe del Canova non vi era nemmeno la garanzia antincendio. Forse chi dirigeva la biblioteca avrebbe dovuto pensarci prima.
E non basta, da oltre 20 anni non si faceva una ricognizione completa di tutte le opere del patrimonio civico (e noi l’abbiamo fatto) per verificarne lo stato”.
Perciò ecco il lavoro su Museo Archeologico, Palazzo Gaddi, San Mercuriale, Viale della Stazione, Palazzo del Merenda: fatti e non congetture.