I musei sono fermi ma c’è del movimento a Forlì: parte il monitoraggio delle opere cittadine.
Come molti di voi hanno avuto modo di leggere dai giornali o sul web stiamo cogliendo l’occasione del lockdown per un approfondito monitoraggio e restauro di alcune tra le più belle opere cittadine!
A noi che abbiamo assistito è sembrato talmente interessante da volere condividere con tutti questa fase emozionante… e siamo appena alla fase uno, cioè all’indagine sullo stato di conservazione delle opere.
Per l’esattezza quella che è stata fatta è un’analisi visiva diretta delle opere con annesso servizio di documentazione fotografica per riprendere ogni dettaglio sia del fronte che del retro.
Le opere sono state staccate dai loro ancoraggi a parete e appoggiate verticalmente (su carrello mobile, o a terra come vedete dalle foto) per essere visionate e poi sono state riposizionate a parete.
Il restauratore ora deve rielaborare i dati raccolti e fornirci una scheda conservativa di ogni opera che evidenzi le singole alterazioni e degradi. In base a quanto emergerà da questa analisi si individueranno delle priorità di intervento e si partirà con i primi restauri.
Le opere indagate sono a Palazzo del Merenda e al Museo del San Domenico.
A noi colpisce vedere i retro delle opere!
Qui abbiamo le foto del retro di due opere ‘fuori misura’ in tutti i sensi.
Questo che segue è il San Sebastiano (1636), di Francesco Albani (Bologna, 1578-1660).
È un olio su tela e la tela misura 407 centimetri di altezza e 231 di larghezza che diventano 461 e 285 con la cornice.
Impressionante, vero? Non sembrano così enormi quando sono appesi. Qui di seguito un altro retro. Questo è di un dipinto del Palmezzano (1459-1539) e fa parte della racconta conservata in Pinacoteca, all’interno del nostro San Domenico.
La sua tela misura 232 centimetri di altezza e 176 di larghezza che diventano 253 e 197 con la cornice.
Di questo Palmezzano vi diamo anche il fronte così potete ammirare la Madonna circondata dai Santi Biagio e Valeriano con tre angeli musicanti. Il dipinto è datato 1504 circa.
I lati nascosti sono interessanti perché non si vedono mai e poi perché ‘spoilerano’ altre storie come la tecnica esecutiva, i passati restauri… e sarà questo che racconteremo prossimamente!