La risposta alla lettera apparsa sul Resto del Carlino martedì 10 dicembre 2020
Gentile signora Roberta Fabbri,
Come ha scritto lei stessa, stiamo realizzando l’auditorium, una sala della musica dall’acustica perfetta, dove ascoltare i concerti dei Maestri e delle orchestre più famose, ma anche dei quasi millecinquecento ragazzi che a Forlì studiano musica.
Ma di certo il San Giacomo non verrà sprangato e dimenticato. A me interessa valorizzare quello che c’è, e lo faccio in modo molto concreto.
Ne valorizzeremo ancor di più le caratteristiche, potendolo usare per quello che è: uno spazio luminoso e vasto, tale da essere un luogo ideale per eventi aziendali, conferenze, perfino celebrazioni private.
Al termine della Mostra di Dante (luglio 2021), la navata smisurata della chiesa – che è la sua bellezza ma anche il suo limite poiché la rende poco fruibile – potrà essere divisa montando paratie rimovibili. Le due sale che si otterranno avranno dimensioni più fruibili: una potrà contenere all’incirca 300 persone e si svilupperà verso l’altare; l’altra, per circa 150 persone, si protrarrà verso l’ingresso. E ovviamente all’occorrenza il San Giacomo potrà ridiventare, nello spazio di qualche minuto, un’unica sala
In questo modo il San Giacomo non sarà più solo ‘la chiesa domenicana dal recupero prestigioso, ma dall’acustica difettosa’. Diventerà invece un luogo attrattivo per i privati e per le aziende che vorranno sceglierlo per le proprie iniziative.
Valorizzeranno ulteriormente il complesso dei Musei San Domenico, e lo faranno diventare uno dei punti nodali della cultura e del turismo (anche congressuale) a Forlì.
Il Comune ne regolamenterà l’utilizzo e saranno possibili le prenotazioni.
Nella lettera pubblicata martedì scorso la cittadina si interrogava sul futuro del San Giacomo: ecco la sua lettera.