Se l’ente pubblico investe, anche a debito, l’economia riparte, specialmente nei paesi in stagnazione, come il nostro
Sul Resto del Carlino il mio personale intervento sulla situazione italiana. Bene il Comune di Forlì!
Guarda un po’.
Ora nessuno parla più di debito pubblico italiano come il peggiore del mondo.
Nessuno parla più di “italiani inaffidabili a cui non poter dare finanziamenti”.
Anche perché non è vero e non è mai stato vero.
Giappone, Grecia, Francia, Belgio, Finlandia, Stati Uniti, Canada ma anche la Germania ha raggiunto livelli record di debito pubblico, in molti casi ben superiore a quello italiano.
Paradossalmente l’Italia resta il Paese numero uno all’Europa, (molto più sostenibile della Germania) perché è il Paese, in prospettiva, con il più basso incremento di spese per pensioni, sanità e assistenza per anziani.
Guarda un po’.
Ora che tutti sono in crisi, finalmente si torna a parlare di “manovre a debito”, cioè di fare investimenti pubblici, ben oltre il limite del pareggio di bilancio.
Si parla persino di “azzeramento del debito” di tutti paesi europei.
Ma se l’Italia lo diceva un anno fa, tutti a sparare.
Ora lo dicono tutti.
Superare il disavanzo di più del 2% sembrava una bestialità, ora si parla, senza scandalo di superarlo del 4-5%, e perché no il 10%.
Come mai?
Perché tutti si sono resi conto, di quello che si dice nelle prima ore del corso base di Economia Politica di una qualunque università del mondo.
Se l’ente pubblico investe, anche a debito, l’economia riparte, specialmente nei paesi in stagnazione, come il nostro.
O si fanno forti e decisi investimenti pubblici, o non se ne esce.
E bene fa il Comune di Forlì ad avere un importantissimo piano degli investimenti, per recuperare e ristrutturare luoghi della cultura, edifici per la formazione, centri di aggregazione, piste ciclabili, aree verdi, luoghi dello sport, la fruizione degli spazi pubblici, ecc.
L’unico modo per rimettere in piedi un’economia immobilizzata dalle troppe tasse, (e dalla burocrazia) è “far lavorare la gente”.
Se la marea si alza, chi ha le barche migliori veleggia, ma anche chi ha le barche più piccole ritrova il mare.